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Scuola di lettura: intervista a Velania La Mendola

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Scuola di lettura: cos’è?

È uguale a un gruppo di lettura o è qualcosa di più?

In una scuola di lettura si insegna a essere lettori migliori?

In questa nuova intervista, pongo queste e altre domande a Velania La Mendola, responsabile della Comunicazione e dell’Ufficio stampa della casa editrice Vita e Pensiero dell’Università Cattolica, giornalista e pubblicista.

 

Davide: Ciao Velania e benvenuta. Ti faccio subito questa domanda: che cos’è una scuola di lettura? E com’è nata questa esperienza in Vita e Pensiero?

 

Velania: Ciao Davide e grazie. È un’avventura nata dalla lettura di un editoriale di Alessandro D’Avenia su un libro a noi molto caro, “Lettore, vieni a casa” di Maryanne Wolf, una neuroscienziata che ha studiato il funzionamento del cervello umano durante la lettura, perché forse non tutti sanno che la lettura non è un atto naturale, ma è qualcosa che si apprende.

Proprio per questo esistono problemi come la dislessia o altri impedimenti neurologici a rendere difficoltosa la lettura lineare, che noi diamo in genere per scontata.

 

In questo articolo D’Avenia diceva: “Sogno scuole di lettura, prima che scuole di scrittura”.

 

Se ci pensiamo, infatti, la lettura è al centro del lavoro di qualsiasi editore che si rispetti, perché se non ci fossero più lettori, nessuno di noi avrebbe un impiego o più contenuti da trasmettere.

Così è nata la scuola di lettura, che poi si è trasformata quest’anno in un progetto articolato, composto da sei incontri con scrittori, filosofi e promotori culturali, ai quali abbiamo chiesto di trasformarsi in maestri di lettura.

 

Ci sono moltissimi progetti eccezionali in Italia per la promozione della lettura, ma sono indirizzati in genere ai più giovani, mentre prima non esistevano progetti per gli adulti, perlomeno non dall’università in poi.

La lettura su carta infatti, quella  che Maryanne Wolf chiama “lettura profonda”, è in pericolo, nel senso che può diventare qualcosa di più raro o difficile da praticare.

L’abitudine alla lettura si può perdere, soprattutto nel mondo digitale in cui siamo immersi: è vero che oggi leggiamo molto più che in passato, perché leggiamo anche i brevi testi di mille piattaforme diverse, da Whatsapp alle news fino a notifiche e alert che arrivano sui nostri smartphone, ma proprio per questo leggiamo in maniera superficiale.

 

Davide: Fare queste letture in gruppo è d’aiuto? Oppure non cambierebbe nulla se facessimo la stessa esperienza, ognuno a casa propria con lo stesso libro?

 

Velania: Nel 2018 la nostra casa editrice ha festeggiato un secolo di vita.

Tra le varie iniziative, abbiamo lanciato anche “Viva il lettore”, all’interno della quale è nato un gruppo di lettori ad alta voce, persone con cui abbiamo fatto reading e gruppi di lettura nel senso classico del termine, proprio perché sono d’aiuto e sostegno all’atto della lettura.

 

La scuola di lettura è però un’altra cosa, cioè non nasce come semplice gruppo di lettura e non si tratta di un gruppo fisico, sfruttiamo soprattutto la dimensione online perché è più facile incontrarsi e condividere pensieri, domande, riflessioni che nascono durante la lettura. Quindi leggere rimane in sé un atto privato, con l’impegno aggiunto a condividere qualcosa e a dire la propria, anche quando non si è d’accordo con le opinioni altrui.

All’inizio c’è sempre un po’ di difficoltà nell’esprimersi in questo senso, e a lasciarsi andare a un dibattito non “protetto”, nel senso che ti ritrovi in un gruppo con persone che non conosci direttamente.

 

La scuola, inoltre, si basa su gruppi più grandi rispetto a quelli di lettura standard: per il nostro primo appuntamento, ad esempio, ho formato un gruppo di 50 persone.

 

Davide: Fornite una griglia o un criterio con cui facilitate questo dibattito, oppure ognuno dice ciò che pensa senza una guida?

 

Velania: All’inizio, ai partecipanti alla scuola di lettura abbiamo consegnato personalmente un “kit del lettore”, contenente anche un decalogo su come leggere.

Diamo più che altro consigli: per riprendere l’abitudine della lettura profonda, oltre al mettersi comodi, consigliamo di staccarsi dal mondo digitale, quindi togliere le notifiche o lasciare lo smartphone in un’altra stanza, perché se ci distraiamo dall’immersione nella pagina, il rischio è che poi cominciamo a fare fatica e a perdere la voglia di immergerci di nuovo nei panni di qualcun altro e nella storia che ci stanno raccontando.

 

Aggiungo che la scuola di lettura si chiama così, è vero, ma non rimanda a un dovere, non ci sono obblighi, c’è assoluta libertà e un invito a condividere le proprie idee, una pratica che permette di interiorizzare al meglio quello che leggiamo.

 

Davide: Insomma, ridendo e scherzando, tu hai creato una community!

 

Velania: In un certo senso sicuramente sì, e un’altra cosa bella che ho notato già dai primi reading di qualche anno fa, è che accade una vera e propria magia quando si leggono pagine di grande letteratura, si scatenano dei meccanismi impensabili anche in persone che sono sempre state lontanissime dal mondo della letteratura.

 

Banalmente, quando abbiamo fatto la prima call di lettori, immaginavo che si sarebbero iscritti soprattutto gli studenti delle facoltà di Lettere e Filosofia. Invece, il gruppo attuale comprende ragazzi di facoltà diversissime tra loro, e magari anche chi tra loro ha avuto un percorso di vita e un background completamente diverso, capisce che quella pagina che stiamo leggendo parla proprio di lui o di lei.

 

La scuola di lettura vuole dimostrare questo: che gli incontri sono sempre fecondi, che la lettura ci permette di ragionare, di mettere a fuoco meglio chi siamo e cosa pensiamo.

Vivere vite diverse leggendo, mettersi nei panni degli altri in un mondo come quello attuale, così pieno di incertezze e anche di tragedie, credo sia un valore che dobbiamo difendere.

 

Davide: Che tipo di comunicazione avete fatto per lanciare il progetto e raggiungere così tanti lettori?

 

Velania: Siamo partiti dal nostro database di lettori interno, che devo dire era già piuttosto affezionato, quindi prima di tutto con una comunicazione tramite newsletter alla nostra community dell’Università Cattolica di circa 25.000 iscritti.

Poi siamo passati alla comunicazione social, cioè Instagram, Facebook, Twitter e poi chiaramente anche alla comunicazione a parte sui giornali della rassegna.

Teniamo molto al fatto che gli incontri relativi alla scuola di lettura siano in presenza. Dobbiamo tornare a guardarci in faccia e a poter esprimere la nostra opinione ad alta voce anche nella realtà fisica, non solo in quella digitale.

 

Davide: Come avete costruito il programma dei sei incontri coi maestri di lettura?

 

Velania: Il programma è nato partendo proprio dalla scelta dai maestri, fatta soprattutto dal direttore di Vita e Pensiero, Aurelio Mottola.

A ogni maestro abbiamo poi chiesto di scegliere un proprio libro di riferimento, un testo per loro importante e di partire da lì, non tanto per fare una lezione di letteratura, ma per raccontare la loro esperienza con la lettura.

Siamo partiti da Alessandro D’Avenia, che ha scelto una delle “Fiabe italiane” di Italo Calvino, proprio perché in qualche modo lui ci ha ispirato, così come Maryanne Wolf, che infatti sarà ospite dell’ultimo incontro.

 

Il secondo appuntamento vedrà protagonista Alberto Manguel, che ha scelto “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne. Alberto è uno scrittore di origine argentina che ha costruito tutta la sua vita attorno ai libri e a leggere: è stato direttore della Biblioteca Nazionale di Buenos Aires, prendendo il posto che era stato di Borges, ha scritto libri dedicati alla lettura, come “Vivere con i libri” per Einaudi, e ora è direttore del Centro internazionale di lettura di Lisbona, da lui fondato.

 

Ha pubblicato dei libri anche con noi, come “Mostri favolosi”.

 

A seguire, avremo con noi Ilaria Gaspari, una filosofa veramente interessante che ha scelto invece “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler, Don Paolo Alliata, prete e scrittore che tiene delle lezioni di letteratura e spiritualità partendo dai grandi classici, e che ha scelto “Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati. Poi avremo Nicola Lagioia che oltre che un grande scrittore è anche il direttore del Salone del Libro di Torino e che ha selezionato “A sangue freddo” di Truman Capote.

 

Davide: Tra l’altro di Alberto Manguel e del suo libro avevamo già parlato anche nel mio podcast.

Me lo ricordo ancora al Festival letteratura di Mantova di qualche anno fa: non era insolito trovarlo seduto da qualche parte a leggere da solo, proprio durante il Festival dove lui era uno dei protagonisti.

Potrebbe essere un consiglio da dare a tutti, quello di ricavare del tempo da dedicare a noi stessi e alla lettura, anche durante i nostri tran tran quotidiani, di fermarsi e di analizzare meglio quello che stiamo facendo nel momento presente?

 

Velania: Certo, anche perché come dice Maryanne, la nostra capacità di leggere, quindi di sviluppare il nostro spirito critico, dipende anche dalla nostra capacità di capire le informazioni che ci arrivano, di distinguerle, di trarne le nostre conclusioni senza farci guidare dal pensiero di altri e di rimanere vivi e vigili nel presente.

 

Davide: Per concludere, come si partecipa alla scuola di lettura?

 

Velania: Ci si iscrive a ogni appuntamento singolarmente o anche a tutti gli appuntamenti insieme.

Si può partecipare in due modi: come membri della scuola di lettura e fare tutto il percorso, oppure come semplici spettatori agli eventi.

Il giorno dell’evento, c’è l’intervento del nostro maestro a cui segue sempre il dibattito con i membri della scuola di lettura, che nel corso del mese precedente hanno sviluppato le loro domande e i loro dubbi. Noi vogliamo che i partecipanti abbiano il loro momento di condivisione.

 

Davide: Dove trovare più informazioni su questo progetto?

 

Velania: Sul sito dedicato, www.vivaillettore.it, e ci si può iscrivere alla scuola di lettura dalla pagina “Diventa un lettore”.

 

Davide: Grazie mille Velania per il tuo contributo, alla prossima intervista.

 

Photo by Deleece Cook on Unsplash.

Ascolta “Intervista a Velania La Mendola | Episodio 121” su Spreaker.

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