Quanti parlano dei tuoi contenuti?
Che tu scriva articoli o post, oppure che tu scriva libri ed ebook, che tu abbia un tuo canale YouTube o su TikTok, o abbia un podcast o faccia streaming su Twitch, quanti parlano dei tuoi contenuti?
Quanti ti citano e cosa dicono?
Oggi, l’avrai capito, parliamo di social reputation!
Quindi, quanti parlano dei tuoi contenuti?
Le premesse
Se inizia oggi la tua carriera come content creator la risposta più ovvia sarebbe ZERO, nessuno mi conosce, nessuno può parlare di qualcosa di appena nato.
Certo se pensiamo alle grandi aziende, sappiamo che spesso iniziano a far trapelare idee e concetti molti mesi prima del lancio dei prodotti: ci basti pensare a brand come Apple e Marvel per capire al volo di cosa stiamo parlando.
Ma in tutti gli altri casi?
Possiamo iniziare partendo da creare un mini sito che racconta in anticipo il nostro progetto sui contenuti, possiamo far girare qualche rumor sui social, possiamo creare un teaser o un trailer (video o audio) che svela qualcosa in anteprima.
Ma tutto questo è sufficiente poi a creare quell’attesa stile Harry Potter, dove la gente faceva la fila dal giorno prima per mettere le mani sul nuovo libro della saga?
No.
Tutte queste forme di comunicazione ci permettono di creare possibili occasioni di contatto, ma sono solo degli aiuti.
Ad esempio: immaginiamo che, durante una pausa caffè alle macchinette, tu stia parlando con un collega e gli dica: «Sai l’altro giorno ho ascoltato il trailer di Batman – un’autopsia, sembra qualcosa di pazzesco!», oppure: «Hai saputo che Alessio Beltrami sta per pubblicare il suo nuovo libro».
Se l’altra persona è appena appena curiosa, di sicuro andrà su internet e farà qualche ricerca per saperne di più.
Se in qualche modo qua o là ti trova, inizierà a seguirvi e si preparerà così a entrare nel tuo mondo.
Se non ti trova o è troppo complesso arrivare a te, perderà interesse sul tema e finirai nel dimenticatoio.
Il passaparola
Quindi cosa innesca quel passaparola virtuoso che porta gli altri a parlare di noi e dei nostri contenuti?
Ne abbiamo già parlato più volte qui sul blog (e nel mio podcast): i contenuti di valore sono il presupposto perché qualcuno parli di noi o ci citi.
I contenuti di valore, sono quei contenuti che contengono informazioni utili per chi ci sta ascoltando.
Quindi scrivere contenuti di valore è la chiave per accedere all’Olimpo dei grandi influencer?
Magari fosse così facile.
In realtà anche questo è solo un altro tassello di una strategia molto più ampia.
Possiamo fare i migliori contenuti a questo mondo, ma se nessuno li conosce e nessuno ci scopre, avremo solo guadagnato un posto nell’Oblio.
Farsi conoscere per farsi scoprire
Quello che ho visto funzionare più e più volte in questi anni è stato il lavoro attivo da parte di tanti content creator nel farsi conoscere per farsi scoprire.
Ad esempio: quante mail/messaggi mandi ogni settimana a persone che potrebbero trovare utile il tuo contenuto invitandoli a leggerlo, guardarlo o ascoltarlo?
Raffaele Gaito, ad esempio, per promuovere il suo libro “L’arte della pazienza” ha scritto 3 mail ogni giorno con l’obiettivo di avere almeno una live al giorno dove parlare della sua ultima pubblicazione.
3 mail al giorno con l’obiettivo di essere ospite su altri canali per 50 presentazioni online del libro.
In questo caso non stiamo parlando di invii massivi, ma di tanti messaggi one to one, personalizzati e specifici per ogni destinatario e vi posso assicurare che ha funzionato!
Quindi un elemento chiave del successo dei nostri contenuti è parlarne in scambi 1 a 1: Raffaele ha scelto le mail, tu potresti farlo tramite altri canali o addirittura in appuntamenti di networking.
Il concetto di reciprocità
Una delle tecniche che io preferisco è quella della reciprocità: se vuoi che gli altri parlino dei tuoi contenuti, tu per primo lo fai parlando dei progetti editoriali di altre persone?
Attenzione, non significa che io parlo del tuo podcast così poi tu ti senti in obbligo di parlare del mio per “farmi un favore”, anzi in questo modo posso già dirti che non funziona.
Io potrei parlare del podcast “B”, nel podcast “B” si parla del podcast “C”, “C” parla di “D” e all’improvviso “E” cita il mio podcast.
Non siamo artefici di quel passaggio chiave dove qualcosa ci ritorna, ma siamo noi che abbiamo fatto partire quel passaparola che prima o poi torna con interessi positivi.
Ne sono un esempio classico sia “La mucca viola” che “La pratica”, due libri di Seth Godin.
Questo grande guru del marketing farcisce i suoi testi con centinaia di aneddoti e riferimenti a persone che lui ritiene straordinarie per quello che fanno.
Questo approccio è un meccanismo virtuoso che alza il livello qualitativo di tutta una serie di contenuti che trattano argomenti diversi.
Creare contenuti a più mani
Un altro modo ancora è quello di intervistare esperti o immaginare dei contenuti creati a 4 mani e 2 voci.
Grazie a questa modalità i nostri contenuti saranno molto meno autoreferenziali: non siamo più noi a dire o scrivere la nostra unica verità assoluta, ma c’è un dibattito, un confronto, una condivisione e chi ci legge o ci ascolta a fine contenuto si sente ancora più ricco e soddisfatto da tutto questo grande valore aggiunto.
Puoi trovare questo approccio in tantissimi libri editi da Dario Flaccovio Editore, dove oltre alla voce dell’autore, sono presenti parti del testo scritte da altri esperti e professionisti del settore.
Compiti a casa
Ora tocca a te, prova a seguire queste azioni anche tu: io ho iniziato a impostare questo approccio basandomi su questi 3 pilastri già da un paio di anni e ho ricevuto ottimi riscontri.
Cosa fa la differenza?
Datti un obiettivo.
Datti un obiettivo che sia per te raggiungibile, e fai del tuo meglio per raggiungerlo.
Che sia essere ospite di altri podcast o canali YouTube, che sia essere citati su post di terzi o dentro articoli o libri di altri… ma dichiara apertamente questo obiettivo e poi fai del tuo meglio per raggiungerlo.
Scrivi questo tuo obiettivo specifico su un post-it e attaccalo in un punto che vedi ogni giorno, leggilo ogni mattina e chiediti ogni sera: «Cosa ho fatto per avvicinarmi a questo obiettivo?».
E se oggi hai fatto poco… recupera prima di andare a letto.
Ascolta “Quanti parlano dei tuoi contenuti | Episodio 106” su Spreaker.
Immagine da Depositphotos.