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L’arte di cogliere le storie

Il tema di questo articolo è l’arte di cogliere le storie.

Immaginate la classica situazione che vede protagonisti, sia voi autori di libri che i social media manager professionisti, alle prese con la solita sfida giornaliera: trovare un argomento di cui scrivere oggi su Facebook, Twitter, LinkedIn o la foto o video giusto per Instagram.

Questa sfida potrebbe essere molto più complicata del previsto e potrebbe portarvi anche ad un blocco molto simile al blocco dello scrittore, noto anche come la paura del foglio bianco.

Molto spesso i social media manager sperimentano questo stesso problema: come superare in modo semplice ed efficace il blocco del post?

Se fate qualche ricerca in rete, troverete tanti professionisti soprattutto americani, che vi propongono come soluzione una collezione di loro spunti e contenuti, così che non dovrete più pensarci e con un comodo abbonamento ai loro servizi, potrete andare avanti a fare copia e incolla per anni.

Potrebbe funzionare per qualcuno, ma… non sarebbero contenuti vostri e fan e follower potrebbero percepirli come falsi, con uno stile diverso da quello a cui li avete abituati nel libro o peggio ancora, potrebbero ritrovare gli stessi contenuti scritti e condivisi da più persone, andando così a minare le radici della vostra credibilità.

Una soluzione migliore, e alla portata di tutti voi, consiste nell’allenare la vostra capacità di essere ricettivi, di notare tutto quello che vi circonda e di raccogliere e archiviare tutto quello che vi può sembrare interessante.

Immaginate di camminare per strada indossando un cappello con una grande antenna in testa in grado di captare tutti i segnali: conversazioni, immagini, filmati, frasi da un quotidiano o una rivista, dettagli e viste d’insieme.

Se qualcosa vi colpisce, molto probabilmente, ha qualcosa di particolare che cattura la vostra attenzione; se avete notato un dettaglio, è come se vi stesse parlando e raccontando la sua storia.

Raccontare storie: questo è un punto chiave, siete scrittori, che scriviate saggi, manuali, romanzi o poesie, poco importa, siete affascinati dalle storie, raccontate storie, scrivete storie e siete conquistati a vostra volta dalle storie.

Così quando incontrate qualcosa che all’improvviso cattura l’attenzione e inizia a raccontarvi la sua storia, ne rimarrete colpiti.

Se qualcosa vi ha colpito, ha il suo buon motivo, non lasciatelo “scappar via”, prendete al volo il vostro smartphone, scattate una fotografia per immortalare quell’istante, quella frase, quel panorama, o quel dettaglio; usate la vostra applicazione preferita per prendere appunti e scrivete le sensazioni, il pensiero, il concetto alla base della storia che è apparsa nella vostra mente.

Io ad esempio usolo Google Keep, ma vanno molto bene anche Evernote, Pocket o l’applicazione di Moleskine.

Vi voglio raccontare una mia storia personale.

Qualche mese fa ero a pranzo con un amico in una nuova pizzeria vicino a Porta Romana a Milano; l’ambiente era ben curato e c’era molta attenzione ai dettagli. Uno di questi aveva catturato la mia attenzione.

Il numero del tavolo era indicato da un cucchiaio di legno infilato in verticale del cestello dei grissini.

A noi era capitato il tavolo numero 8: cambiando punto di vista, stavo guardando il simbolo di infinito e subito quel dettaglio mi ha suggerito un’immagine chiara e nitida nella mente.

Le infinite possibilità, le infinite storie, le infinite ricchezze di quello che ci circonda.

Così, da quel momento, quando mi capita di essere in difficoltà con un contenuto e non so cosa scrivere, torno a questa foto, osservo il cucchiaio dalla nuova prospettiva, sorrido al simbolo di infinito e all’improvviso trovo subito uno spunto, un’idea da cui iniziare con il mio post.

Una sfida analoga la propongo agli allievi dei Master durante le esercitazioni durante il corso: chiedo a tutti di scrivere una serie di post sui social che hanno come obiettivo quello di parlare del Master stesso per incuriosire chi ci segue sui nostri canali ufficiali.

Tutti riescono a scrivere facilmente almeno un paio di post, le difficoltà arrivano dopo il terzo o quarto post, dove inizia a palesarsi la convinzione di aver già scritto tutto.

Al quinto post alzo l’asticella della sfida: volutamente esaspero la situazione, chiedendo che i contenuti dei post debbano essere tutti diversi tra di loro; se ci sono due post che sono troppo simili, il secondo, va rifatto: la sfida non è semplice, anzi può creare un vero e proprio blocco creativo.

Dopo alcuni minuti in cui li vedo girare a vuoto, chiedo a tutti di alzarsi in piedi di uscire dai confini immaginari della propria postazione e di muoversi nella stanza, osservando tutti gli spunti e stimoli che la classe stessa offre e che possono quindi trasformarsi in nuove idee da raccontare in un post.

All’improvviso c’è un grande cambio di prospettiva: i libri sugli scaffali diventano uno spunto da cui attingere a piene mani, i poster alle pareti altrettanto, ma ancora più stimolanti sono gli scorci con cui tutti raccontano ad esempio le postazioni degli altri partecipanti cogliendo una scritta evidenziata, un foglio con delle parole scritte a mano, un particolare di un computer.

Il risultato è che in poco tempo 25 persone creano 50 post tutti diversi tra loro, originali, con una loro storia e con un contenuto che cattura l’attenzione.

La fase di confronto alla fine dell’esercizio sbaraglia ogni residuo di dubbio: il loro blocco era frutto di una semplice convinzione limitante che non ci fosse altro da dire.

È bastato un cambio di prospettiva per far nascere nuovi contenuti, nuovi spunti, nuove storie.

In maniera analoga, ogni giorno ognuno di voi incontra sulla propria strada tantissime idee da trasformare in contenuti a supporto della propria narrazione sui social.

Quindi guardatevi in torno, troverete sicuramente tanti spunti a cui ispirarvi e se ancora pensate che non ci sia lo stimolo giusto, ricordatevi il cucchiaio di legno con il numero 8 e le infinite possibilità che aspettano solo di essere colte e raccontate.

Ascolta “#9. L’arte di cogliere le storie” su Spreaker.

 

Foto dell’articolo scattata con iPhone dell’autore.

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