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Promuovere e raccontare i libri in rete

Qualche settimana fa c’è stato il mio nuovo workshop a Bookpride dal titolo “Promuovere e raccontare i libri in rete. Dalla costruzione della comunicazione alla diffusione efficace dei contenuti”.

Quali nuovi spunti ho condiviso con i partecipanti all’incontro?

In questo articolo trovate i punti chiave del mio intervento.

Prima di “Promuovere e raccontare i libri online”

Ho scritto la prima edizione di “Promuovere e raccontare i libri online” nel 2013. 

Quando è stato il momento di riproporre la seconda edizione, presentata a Bookcity a ottobre del 2020, inizialmente ho pensato bastasse aggiornare i dati relativi all’uso dei social, ma soffermandomi in quel periodo di sospensione e cambiamento che è stata la pandemia, ho capito che non sarebbe bastato.

Internet è un’evoluzione continua, che a volte influenza e a volte segue i cambiamenti sociali; dalla pandemia l’aumento dell’uso dei social è stato ancora più accentuato, ma in generale negli anni alcune piattaforme sono andate in disuso, altre sono nate, altre ancora hanno moltiplicato gli utenti e variato le possibilità di utilizzo.

Pensate solo a YouTube, al tempo di creazione e caricamento di un video nel 2013 rispetto all’immediatezza che ci permettono gli smartphone di oggi.

Proprio questa varietà di mezzi comunicativi ci porta al primo punto focale di oggi: quando creiamo un contenuto, possiamo scegliere in seguito quale sarà la forma migliore in cui declinarlo: un “contenuto liquido” può diventare un libro, ma anche un ebook, un webinar, un podcast, senza partire con una fissità funzionale che lo obblighi a un unico formato.

Proprio con la ristampa di questo mio libro, ho deciso di far nascere parallelamente il podcast omonimo, “Promuovere e raccontare i libri”.

L’idea iniziale era di supportare gli argomenti del testo, ma, una volta pubblicato, i contenuti del libro sono rimasti congelati sulle pagine, mentre il podcast ha preso vita propria e siamo arrivati oggi alla puntata numero 96.

Le potenzialità della comunicazione online sono così tante che un libro può essere considerato un punto di partenza, non un punto di arrivo. L’importante è proseguire senza diventare autoreferenziali, ma muoversi su una chiave interessante per i contenuti, raccontando ad esempio i problemi condivisi dal pubblico e le possibili soluzioni.

Conoscere e calarsi nel contesto

Ho lavorato per molti anni con gli editori, prima di arrivare a pubblicare. Il mio primo libro è stato su un argomento legato a una passione anziché al lavoro: lo yoga della risata.

All’epoca ero immerso lavorativamente nella realtà editoriale, ma quello è stato un ulteriore tassello per vivere e comprendere a pieno anche il punto di vista dell’autore che si deve poi promuovere.

Non ero ancora conosciuto quanto ora, e prima di arrivare a scrivere “Promuovere e raccontare i libri online” ho cominciato a tessere una rete di contatti nel settore, ponendomi come esperto di comunicazione per l’editoria e interagendo, online e fuori, con coloro che cercavano feedback, commenti, supporto e pareri utili, in modo che autori e case editrici iniziassero a conoscermi e interessarsi alle mie capacità di promotore sul web.

Immergersi in quello che sarà il contesto del nostro libro, prima di scriverlo, è fondamentale. Qualsiasi sia il genere letterario che ci riguarda, serve individuare quali sono gli elementi chiave che lo caratterizzano, per riportarli e dare al testo la coerenza necessaria. 

Conoscere a priori il contesto in cui sarà inserito il contenuto, aiuta a preparare il terreno per seminare quella che sarà la promozione, che può, anzi deve iniziare ben prima della pubblicazione. Come succede spesso con i film, parlarne con anticipo e creare interesse e attesa nel pubblico è importantissimo, soprattutto perché, se pensiamo ai libri, in un anno vengono pubblicati circa 85.000 titoli.

Costruire una community

Molto prima di pubblicare, quindi, io inizio a lavorare per costruire una community.

È più facile per il singolo autore che per gli editori, a meno che questi non abbiano delle collane molto verticali che già attirano una nicchia specifica, ma devono sempre stare attenti ad accontentare e promuovere equamente più autori.

Le collane, che collegano libri incentrati sullo stesso argomento, sono comunque una buona strategia promozionale per le case editrici, perché i clienti interessati a un libro sono facilitati a essere attratti verso altri simili.

Allo stesso modo, quando le librerie offrono un focus su alcuni temi, diventano un punto di riferimento per un target specifico, pur continuando a offrire anche il resto.

Alla base di una community, bisogna trovare le persone importanti per i tuoi obiettivi.

Se io riesco a trovare, diciamo, 25 persone, genuinamente convinte ed entusiaste del mio progetto, saranno poi loro a diffondere la voce parlando di me, invitando altra gente che sanno essere interessata, e con una solida base la catena cresce in modo naturale allargando sempre più la community. (Trovi un articolo qui sul blog dedicato al trovare la tua nicchia, leggilo qui)

Ciò accade però sempre se l’argomento che presento è chiaro, netto, di qualità, e mantengo sempre il livello per il quale le persone entrano e rimangono nella community. 

Il lettore ideale

Quando identifichiamo e conosciamo il nostro target, ancor prima di redigere l’intero libro o contenuto, stiamo definendo il cosiddetto posizionamento. Questo ci servirà a intercettare e incuriosire le persone giuste, i potenziali lettori o fruitori del contenuto che creeremo, cosicché il progetto cresca in maniera sostenibile passo dopo passo.

Con il posizionamento definiamo quindi l’elemento differenziante della nostra comunicazione. 

Nel fare ciò, è necessario chiederci chi sia il nostro lettore ideale. Un argomento può essere sviluppato su tantissimi livelli diversi, se a monte non ci domandiamo per chi stiamo scrivendo, non potremo adattare il testo al pubblico giusto. (Ho parlato di lettore ideale anche qui sul blog, puoi leggere l’articolo qui)

La promessa

Il terzo passo da portare avanti è la promessa. La comunicazione non deve essere egoica, anche se parlo della mia esperienza, il centro del libro non sono io, ma il lettore: come starà una volta arrivato alla fine del libro? Cosa gli ho lasciato? Ha trovato quello che si aspettava? Sarà il lettore a confermare che la mia promessa sia stata mantenuta.

Le risorse e l’analisi

Arriviamo così al momento di scegliere come e quanto comunicare con il pubblico: quante sono le risorse in campo che posso dedicare a questa fase?

Il mio consiglio, per esperienza, è: partite “bassi”, ovvero, serve davvero buttarsi a capofitto nel cercare di promuoversi su tutte le piattaforme, rischiando di non riuscire a far fronte all’impegno e trascurare elementi importanti?

Scegliete un social, il prediletto dal vostro genere di lettore, e poi man mano quando avrete dimestichezza potete pensare di espandervi su altri.

La community va coltivata, serve dedicare tempo a interagire ogni giorno e conoscere le persone per costruire piccole sinergie, per questo a volte è utile anche essere in due o tre a gestire tutto anziché da soli.

Almeno una volta al mese, poi, ci si deve fermare, per valutare e analizzare la comunicazione che si sta facendo. Funziona? Ho feedback? Sono allineato ai miei obiettivi o mi sto autoincensando senza interagire con il pubblico? 

Se ci sono dei post che hanno funzionato particolarmente, posso indagare per capire perché: era merito del contenuto? Dell’orario? Del format? E in base ai riscontri ottimizzo sempre man mano ciò che condivido.

Questi pilastri della comunicazione – posizionamento, identificazione del lettore ideale, promessa, risorse per comunicare e analisi dei riscontri – sono applicabili non solo alla creazione di contenuti, ma a moltissimi altri ambiti.

Promuovere e raccontare i libri o gli autori

Una domanda utile è se bisogna costruire la fama dell’autore prima che del libro.

Dipende dal singolo caso, dobbiamo innanzitutto capire se il libro nasce come unicum o se potenzialmente ce ne saranno altri, già questo ci fa decidere se è più strategico dare la massima visibilità all’oggetto o meno.

Sui social, ad esempio su Facebook, creare la pagina per un libro contribuisce poco a diffonderlo, magari passando parola con un tag. Se invece si pensa di scriverne più di uno, tanto vale puntare subito a promuoversi come autore.

C’è una terza strada, che ho sperimentato di persona recentemente seguendo la pubblicazione di un giallo scritto da Barbara Perna: promuovere il personaggio, il protagonista del libro, che in questo caso è un’investigatrice. Pensate più comunemente a Camilleri: si può puntare sul parlare di lui o direttamente di Montalbano.

Spero con questa “chiacchierata” di avervi dato un quadro d’insieme per accompagnarvi nella creazione e promozione dei vostri contenuti, con spunti e consigli nati dal mio lavoro e messi a disposizione qui, come sul libro “Promuovere e raccontare i libri online” e sul Podcast che trovate su Spreaker.

Ascolta “#96. Promuovere e raccontare i libri in rete” su Spreaker.

Immagine di cottonbro su Pexles.

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