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L’ABC dei contenuti

Dopo la carica dei 101, ehm della puntata 101, oggi torniamo alla origini, ai fondamentali o meglio ancora… 

Oggi torniamo all’ABC dei contenuti.

Pensi già di sapere di cosa parlerò in questa puntata?

Io credo che ti stupirò.

Di ABC probabilmente abbiamo sentito parlare per la prima volta a scuola.

E no, non torniamo a scuola oggi.

Ti aspetti per caso una puntata su posizionamento, target, promessa e messaggio? E invece no.

Di questi temi ho già parlato più volte nel mio podcast e qui sul blog, ti lascio alcuni link da rispolverare:

Oggi ti parlo proprio di ABC, acronimo di  Always Be Curious, che potremmo tradurre con Sii sempre curioso.

La curiosità è l’arte che ci spinge a fare domande, a esplorare il mondo, qualcuno direbbe anche a esplorare l’ignoto.

La curiosità è l’arte di sapere di non sapere, è un prurito a volte e quasi un fastidio, è impellente e pressante, anzi incalzante come solo la curiosità tipica dei bambini sa essere.

Perché questo? Perché quello? Perché così?

Crescendo, perdiamo parte di quella curiosità, di quella apertura al possibile e a volte all’impossibile e riduciamo il numero di perché da 300 a meno di 10 al giorno.

Smettiamo di essere curiosi e così facendo smettiamo di essere creativi, perché la curiosità è il propellente che ci permette di esplorare le infinite possibilità, gli scenari impossibili, di attivare la nostra capacità di pensare fuori dagli schemi.

Potrei scrivere un articolo solo su queste ultime righe e vi prometto che lo farò nelle prossime settimane.

Torniamo a bomba sul tema di oggi, invece: perché la curiosità è fondamentale per la creazione di contenuti?

È facile: per pensare e trovare il tema per il prossimo articolo, post sui social, video o podcast.

Se non sei curiosa o curioso di cosa parli? Dove trovi gli spunti per i prossimi temi da trattare? E su quali argomenti?

Ti ho già raccontato nell’articolo “Il blocco del content creator” di come basta guardare i trending topic di Twitter per trovare una manciata di idee di post in pochi minuti e anche quella è una delle tante declinazioni della creatività.

Che è semplicemente una delle tante manifestazioni della nostra curiosità.

Torniamo a monte, alla sorgente della curiosità e proviamo a dissetarci ancora a questa fonte.

Proprio nei giorni scorsi in un post su LinkedIn ho parlato di questa citazione di Confucio:

Chi conosce tutte le risposte, non si è fatto tutte le domande. 

 

Credo che rappresenti il giusto mindset della curiosità: non importa ad esempio quando siamo bravi nel nostro lavoro, c’è sempre da imparare.

E come possiamo imparare?

Dalle domande!

Le domande che ci possiamo fare noi, così come le domande che ci vengono fatte.

Così scopriamo che la curiosità ha due volti.

Possiamo essere noi a tuffarci nel suo regno e a scatenarci con le domande più disparate, oppure possiamo ascoltare le domande degli altri e provare attraverso i contenuti a dare loro delle risposte.

Il modo più semplice, a prescindere da quale sia il tuo lavoro, è sfidarti nell’offrire una tua testimonianza a una scuola, un’azienda, un’università, un percorso accademico o di master o in contesti no profit.

Raccontati in pochi minuti per aiutare gli altri a capire chi sei e poi apriti alle loro domande.

Resterai stupito di quanti aspetti dai, anzi mi correggo, diamo per scontati del nostro mondo fatto di lavoro, hobby, passioni e interessi.

Aprirsi alle lezioni degli altri è una bella lezione di umiltà, è in qualche modo l’accettazione di riconoscere che a volte siamo andati troppo oltre nella comprensione di un argomento e abbiamo bisogno che qualcuno ci riporti nell’ABC, nelle basi, in quello che gli americani chiamano il Back to Basic.

Quando parli con un cliente e lo ascolti, bada bene lo ascolti, potresti pensare di sapere già tutte le risposte: se noti quella sensazione è un segnale che ti stai perdendo la possibilità di fermarti e coltivare qualche istante di curiosità. Rinuncia alla tua falsa certezza di avere già la risposta pronta, concediti il dubbio, potresti scoprire qualcosa di inaspettato.

La curiosità ci aiuta a scavare in profondità, a tuffarci nei perché, una domanda dopo l’altra senza fermarsi, quasi trattenendo il respiro per timore di spezzare l’incantesimo di quella sequenza senza tempo di domande e risposte che a volte accadono e ci portano in quel fluire, che spesso cerchiamo e che altrettanto spesso smarriamo.

ABC, always be curious, ci ricorda che non importa quanto sappiamo, non saremo mai al nostro punto di arrivo, perché arrivati lì, scopriremo che c’è un nuovo argomento da approfondire.

E così ABC, always be curious, ci spinge anche nella direzione dei contenuti: davvero pensiamo con quel post di aver esaurito l’argomento? Possiamo raccontarlo da altri punti di vista? Di quali altri temi collegati possiamo scrivere e parlare?

Pensa per un attimo se come autori pensassimo “è già stato detto tutto”, questo ci fermerebbe dallo scrivere un nuovo libro.

E invece ogni volta pensiamo di avere qualcosa di nuovo e di diverso da raccontare e allora, questo se vuoi è l’atteggiamento giusto.

Tocca a te decidere come, quando e quanto essere curiosa o curioso.

A te la scelta.

 

Ascolta “ABC dei contenuti | Puntata 102” su Spreaker.

Immagine da Depositphotos.

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