3 futuri del libro
Sapete cosa ho imparato questa settimana?
Un sacco di cose sul futuro del libro, merito di una full immersion all’interno della Milano Digital Week con il cappello di relatore in numerosi eventi su argomenti trasversali: self publishing, smart working, diritto d’autore, insegnare e formare, gli extended books e la scrittura creativa.
Volete saperne di più e soprattutto qual è il filo rosso che li lega tutti insieme? Io stesso l’ho scoperto proprio alla fine di questo ciclo di incontri, quando, riorganizzando gli appunti e le note che avevo preso ho visto un quadro d’insieme più ampio che voglio condividere con voi.
Se mi seguite da un po’ sapete che principalmente parlo di libri e digitale, del presente, del passato e del futuro del libro e questa Milano Digital Week mi ha nutrito proprio di spunti e riflessioni su questo tema.
Oggi voglio proprio mettere al centro il libro, come oggetto, come entità, come contenitore di informazioni, vite, esperienza.
La parola chiave che meglio si accompagna al libro è sperimentazione.
In questa chiave di lettura trovo il fenomeno del self publishing uno strumento ideale per poter testare con una nicchia ristretta di persone la forza del nostro testo, che sia un romanzo, una raccolta di racconti o poesie, un saggio o un manuale.
Le barriere d’ingresso sono pressoché nulle, così come i rischi: certo bisogna affidarsi ad un self publisher che vi possa garantire la distribuzione nazionale, perché quando si sperimenta dobbiamo essere sicuri di farci trovare dal maggior numero di persone.
Chi mi segue da più tempo sa che io rivesto il ruolo di Ambassador di Passione Scrittore, quindi sapete che sono un po’ di parte, ma sapete anche che quando ci metto la faccia, lo faccio perché credo nella qualità del prodotto e del risultato finale.
Con il self publishing potete testare l’efficacia vostro libro, raccogliere i primi feedback, correggere i punti deboli, migliorare il testo, creare un prodotto finale migliore.
Mi piace vedere nel self publishing la possibilità analoga a quella del software di “uscire in beta” e di coinvolgere i lettori come beta tester o in questo caso beta reader del nostro testo: grazie al loro contributo il nostro risultato finale sarà eccezionale.
Grazie alla circolazione della nostra opera possiamo anche iniziare a costruire una nostra rete di contatti, di fan e follower che iniziano a seguirci, proprio come ho raccontato in un precedente articolo dedicato alle nicchie.
La sperimentazione del libro ci porta a guardarlo più dall’alto, in senso più ampio e sotto questo nuovo punto di vista, il contenuto domina sulla forma, il contenuto liquido che da anni decanto come chiave processo di creazione, assume nuova importanza e valenza.
Me ne sono reso conto nel talk “Digital Learning: insegnare e formare domani” con Alessandra Pagani autrice di un prezioso manuale che insegna a progettare percorsi per l’apprendimento e proprio confrontandomi con lei mi si è accesa una lampadina sul tema della formazione che non è altro che un nuovo modo per ripensare i nostri contenuti in una chiave diversa, più interattiva e coinvolgente, più a contatto con il nostro pubblico.
Ed è proprio l’interazione con il nostro pubblico a rendere quel contenuto ancora più di valore, grazie allo scambio, alla reciprocità, alla condivisione, anche noi autori ne usciamo arricchiti, perché è vero, noi l’abbiamo scritto il libro, ma è chi lo legge che gli dà vera vita e grazie alle domande durante incontri e dirette, possiamo scoprire e realizzare che qualcosa che noi diamo per scontato nei nostri testi, per i lettori è qualcosa di completamente nuovo e soprattutto importante. Trainer e docenti da una parte, partecipanti e studenti dall’altra co-partecipano alla creazione di un contenuto che si arricchisce di nuovo valore grazie al confronto, siamo in una nuova dimensione del contenuto liquido che assume un valore quasi infinito.
Se ti interessa approfondire l’argomento della progettazione di percorsi per l’apprendimento il libro di Alessandra Pagani si chiama “Manuale per l’editoria universitaria” ed è edito da Editrice Bibliografica. Non farti ingannare dal titolo del libro, potrebbe fuorviare, ma il suo contenuto parla proprio ad ognuno di noi che progettiamo webinar, corsi online, docenze, percorsi di formazione.
L’ultimo stadio della sperimentazione del libro si chiama invece “Extended Book: una nuova vita per il libro” è un’idea innovativa di Mauro Morellini, editore della casa editrice omonima.
Il concetto di Extended Book nasce per trasformare il libro in un punto di partenza per esplorare un argomento, anziché in un punto d’arrivo: fin dalla creazione del testo i contenuti sono pensati in modo diverso, progettati su più dimensioni e più canali per abbracciare video, audio, immagini, illustrazioni, luoghi, eventi, spazi e tutte le dimensioni possibili della narrazione. Grazie a Extended book il libro vive oltre il libro, e diventa una guida di viaggio in compagnia dell’autore che attraverso questo strumento accoglie nel proprio mondo il lettore facendolo sentire a casa propria.
Se siete curiosi, un primo prototipo di Extended Book è il libro la Principessa Ballerina pubblicato proprio dalla casa editrice Morellini Editore.
Grazie a questo approccio l’unico limite diventa la nostra creatività e per chi mi conosce, sa bene che questo non è un limite, anzi una opportunità.
L’opportunità di giocare a più mani con questo testo, di arricchirlo, impreziosirlo, di trasformarlo in una micro community di lettori che lo vivono anche dopo averlo letto e finito e che lo riprendono in mano perché la storia continua oltre le pagine del libro stesso.
E voi, avete colto altre sperimentazioni del libro in questi mesi? Raccontatele nei commenti!
Ascolta “#42. 3 futuri del libro” su Spreaker.
Photo by Rashtravardhan Kataria on Unsplash