Skip links

1000 caratteri che fanno la differenza sui social

Davide, qual è la lunghezza ideale di un testo in un post sui social?

Questa domanda è un tormentone che ritorna quasi sempre in tutti i miei corsi, lezioni e interviste.

In questo articolo, proverò a dare una risposta frutto della mia esperienza di questi ultimi mesi.

C’è un numero di caratteri che potrebbe essere preso come riferimento per aumentare le probabilità di aumentare visibilità e coinvolgimento dei nostri post sui social?

Per diversi anni io stesso sono stato un sostenitore della brevità dei messaggi.

Uno dei motivi storici di questa mia posizione era la mia preferenza fin dagli albori della brevità dei messaggi di Twitter che obbligava in 140 caratteri a dire tutto in modo essenziale, stringato e diretto.

In modo analogo anche gli altri social network ci hanno suggerito in questi anni di usare poche parole, al massimo una frase.

Facebook ci ricorda visivamente questo limite quando scriviamo dei post brevi in cui possiamo personalizzare il colore di sfondo e altri dettagli: questa “magia” su Facebook del post vale solo per post più brevi di 85 caratteri.

Instagram si è sempre venduto come il social network delle immagini relegando il testo per molti anni ad un mero accessorio.

LinkedIn con il suo “di cosa vorresti parlare”, suggerisce forse ad un primo sguardo leggero la creazione di un contenuto breve.

Ci sono decine di statistiche online che sostengono questa teoria, i testi brevi ottengono maggiori interazioni sui social.

E’ da settembre che ho iniziato a fare esperimenti in questa direzione e devo dirvi che i risultati che ho ottenuto personalmente sono diversi.

Tutti i dati di coinvolgimento sui miei post (mi piace, condividi, commenti) mi stanno indicando che agli algoritmi dei social network piacciono i miei post lunghi, rispetto a quelli brevi.

Tutti i social tagliano i post dopo le prime 3 o 4 righe: l’errore è considerare questo taglio come qualcosa di negativo: “no dai… mi taglia il post sul punto chiave”, oppure “ma perché taglia proprio lì, l’utente non sarà invogliato ad andare avanti a leggere”, o tante altre varianti sul tema.

In realtà, se riusciamo nelle prime righe a stimolare la curiosità dei nostri fan e follower, di quelli che in un altra puntata del podcast ho definito i consumatori di  contenuti, allora il “show more” o “vedi altro”, assumono un significato diverso: raccontano ai social network quanto il nostro contenuto abbia catturato l’attenzione degli utenti al punto da spingerli a cliccare sul link per mostrare il resto delle nostre parole.

Spingere le persone a espandere il nostro contenuto diventa quindi un’arte e un approccio che trova ad esempio nell’aprire un post con una domanda, un modo naturale per partire nel modo giusto per ingaggiare il nostro utente online.

Quando sui social si scrivono dei post lunghi ci sono alcuni errori da evitare:

  1. non allungare il brodo: se il tuo contenuto si esaurisce in poche righe e non ti viene in mente altro non è aggiungendo semplicemente avverbi e aggettivi che riuscirai a catturare l’attenzione degli utenti
  2. non parlare di temi diversi tra loro nello stesso post: resta focalizzato su un tema solo e parlane a trecentosessanta gradi da tutti i punti di vista; parla dei pro e dei contro se vuoi, supporta il tuo contenuto con dati, fatti e numeri.
  3. non concludere il post taggando una decina di persone: se le vuoi coinvolgere nel tuo contenuto, fallo con coinvolgendole nel testo del tuo post; deve essere chiaro a tutti, a te, alle persone taggate e a chi ti legge perché sono citate nel tuo post.

Detto questo, se ti stai chiedendo quali sono i limiti di testo per ogni social te li riepilogo brevemente:

Su Facebook, tenetevi forte, il limite massimo di contenuto di un post è di ben 63.206 caratteri: non usateli tutti per i vostri post. Secondo me non vale la pena superare i 2.500/3.000 caratteri.

Non ho ancora trovato un account di un utente che ha postato un contenuto della lunghezza massima di Facebook, se voi lo conoscete, fatemelo sapere, mandatemi una mail.

Se guardate ad esempio la pagina Facebook di Veronica Gentili, autrice di Professione Social Media Manager, vedrete che anche lei fa spesso uso di post lunghi.,

Su Instagram c’è un limite massimo di 2.200 caratteri e di ben 30 hashtag: se vuoi usa tutti i caratteri per il tuo post, ma ti consiglio di puntare su un massimo di 10 hashtag.

Ho visto book blogger usare Instagram anche come un blog: ogni loro immagine postata è seguita da un contenuto denso di parole, è il caso ad esempio dell’account Instagram di I Libri Salvano.

Su Linkedin con il vostro profilo personale potete creare dei contenuti della lunghezza massima di 1.300 caratteri, mentre le pagine aziendali ne hanno a disposizione solo 700.

Se volete cimentarvi nella creazione di articoli, sappiate che avete a disposizione fino a 40.000 caratteri; la combinazione migliore che sono riuscito a sperimentare è un articolo di almeno 10/15.000 caratteri condiviso tramite un post di 1000/1.300 caratteri.

Rudy Bandiera e Riccardo Scandellari nei loro post su questo social network ci mostrano tutta la loro bravura nello sfruttare al massimo gli spazi concessi da Linkedin.

Se pensate che Twitter abbia a disposizione solo 280 caratteri, state sottovalutando questo social network.

Da un lato infatti potete utilizzare una funzionalità attiva da fine 2017 chiamata Thread, grazie alla quale potete postare una sequenza di tweet collegati tra loro tutti insieme.

E non finisce qui: quando su Twitter caricate le immagini potete caricare un testo legato alla didascalia di ben 1.000 caratteri, un testo alternativo, utile per rendere le foto accessibili al maggior numero di persone. Questo aspetto è fondamentale per facilitare la navigazione a non vedenti o ipovedenti e aiuta il motore di intelligenza artificiale del social network a capire il contesto dell’immagine caricata.

Una funzionalità analoga c’è anche su Linkedin ma su questo social network lo spazio per descrivere le foto è solo di 120 caratteri.

Prima di concludere questa puntata voglio darvi un ultimo prezioso consiglio la regola del 3.

In cosa consiste la regola del 3?

La regola del 3 ci aiuta a restare in tema e focalizzati sul contenuto di cui stiamo scrivendo.

E’ una regola molto semplice che per gli amici nerd segue le potenze del 3.

  • 3 elevato alla zero fa 1: Il tema del tuo post lo devi scrivere in una riga
  • 3 elevato alla 1 fa 3: introduci il tema in 3 righe
  • 3 elevato alla 2 fa 9: sviluppa il contenuto del tuo post in 9 righe che approfondiscono il tema

Quindi tenetela bene a mente, vi aiuterà ogni settimana.

Un’ultima osservazione: Perché un testo lungo piace ai social network?

Perché se riusciamo a catturare l’attenzione dell’utente al punto da fargli cliccare su “show more” o “vedi altro”, stiamo indicando al social network che a quell’utente il nostro contenuto piace, interessa, è di suo gradimento e, se l’utente indugia sui nostri contenuti per 10 secondi, 30 secondi, un paio di minuti abbiamo fatto bingo, perché di nuovo stiamo indicando al social network che quel nostro contenuto è di particolare interesse.

Si può ottenere un risultato analogo con un post con più immagini o più facilmente con un video, ma… volete mettere il paragone con la semplicità con cui possiamo scrivere 1000 caratteri rispetto a preparare un video di qualche minuto?

Queste considerazioni valgono anche per i nostri post sui blog: se vogliamo dare valore, dobbiamo rompere la barriera degli 800/1000 caratteri e dare spazio a contenuti più lunghi, organizzati in paragrafi, temi e argomenti.

Nel caso di un post sul blog la regola del 3 si spinge fino a 3 alla terza, esplodi il contenuto in 27 righe.

Vuoi spingerti oltre e arrivare a 3 alla quarta e arrivare a 81 righe?

Allora preparti a scrivere un whitepaper o un istant book.

Vuoi arrivare a 3 alla quinta, bene, scrivi un libro e parliamone insieme!

I miei esperimenti si sono principalmente focalizzati su contenuti business e, per questo tipo di contenuti, vince la regola del “se mi interessa vado avanti a leggere” perché trovo utile questo contenuto per la mia crescita professionale.

Se volete provare questo approccio anche in altri contesti, fatemi sapere poi nei commenti come sta andando.

Ascolta “#36. 1000 caratteri che fanno la differenza” su Spreaker.

Photo by Rodion Kutsaev on Unsplash

Podcast
Linkedin
Instagram
Facebook
Twitter
Telegram
Email