La presenza una qualità sottovalutata
Quanto tempo passi ogni giorno a sbloccare il tuo smartphone e vedere se ci sono notifiche o messaggi?
Come passi il tempo quando sei online? In questo articolo voglio parlarti di presenza e anche di presenza online.
Sempre più spesso si sente parlare di FOMO, acronimo per Fear Of Missing Out, la paura di essere tagliati fuori da quello che sta accadendo in rete che è il principale colpevole dei nostri continui sblocca telefono per vedere se ci sono notifiche o messaggi o se, aprendo il social di turno, ci sono nuovi contenuti.
La FOMO è in grado di trasformare ognuno di noi in avidi consumatori di contenuti, affamati di nuovi post, foto e video da scorrere e soprattutto mai sazi.
Il mio telefono oggi mi ha ricordato che durante la settimana appena conclusa sono stato connesso per una media di 3 ore al giorno.
Quel numero, tanto per cambiare è una semplice vanity metric come tante, quello che conta veramente è la qualità del nostro tempo trascorso online.
Stiamo indossando più facilmente il cappello di consumatori o di creatori di contenuti?
Siamo online per distrarci da tutto quello che ci circonda, per studiare e approfondire, per creare o per vivere passivamente i contenuti che ci vengono somministrati?
La nostra presenza online ha qualità diverse e, anche se ognuno di noi ogni tanto naviga online col “pilota automatico”, è importante esserci online con la giusta presenza.
Quindi chiediamoci in questo momento: com’è la nostra presenza online? Possiamo migliorarla? E come?
Tanti autori pensano che per promuoversi online il modo più semplice sia quello di esserci sempre.
Come dico spesso nei miei corsi: ma se sei sempre online, quando trovi il tempo per scrivere?
Nel suo libro “Dimmi chi sei”, Riccardo Scandellari, ci mette in guardia dal pericolo della competizione, “Quando entri in competizione con la comunicazione delle persone o delle aziende concorrenti la cosa che ti viene più naturale è confrontarti con gli altri. Affermare o tentare di dimostrare di essere il migliore non è sbagliato, è semplicemente meno efficace”, ecco perché il consiglio migliore è “Esci dal loop del confronto su chi sia il migliore, dimostra di essere diverso, unico.”
Quindi prendendo spunto da questa riflessione, non ha senso provare a “battere gli altri” nella sfida della presenza online: se vuoi avere più fan e follower, non serve restare online un’ora in più ogni giorno rispetto ai tuoi competitor.
Prendendo in prestito un’altra frase di Riccardo Scandellari tratta sempre da “Dimmi chi sei”, ricordiamoci che “La tua comunicazione è un impegno a medio termine”, non è un full immersion di una giornata in cui resti online per 7 ore… è molto meglio essere presenti un’ora ogni giorno ad esempio.
E quando siamo presenti, cosa dovremmo fare? Come dovremmo riempire di qualità il nostro tempo online?
“Se su Google e YouTube le persone cercano soluzioni, sui social si aspettano idee, suggestioni e stimoli” e le persone vogliono sentire proprio le tue.
Come mi ha raccontato Raffaele Gaito in un’intervista che gli ho fatto qualche mese fa, parlando di presenza “la presenza è un altro elemento importante. La presenza la manifesti con i contenuti, gli eventi, le dirette, occasioni nelle quali avere un dialogo con le persone che ti seguono.”
Bisogna evitare una comunicazione broadcast, una semplice messa in onda dei nostri contenuti, ma puntare tutto sul dialogo per conoscersi e scoprirsi, dialogare per capire cosa ne pensano di noi e di quello che scriviamo o diciamo le persone che ci leggono o ascoltano.
Nel dialogare con loro c’è in qualche modo uno scambio forte che fa parte della presenza: è un raccontarsi reciprocamente il cosa pensate, cosa ci appassiona o come dice sempre Raffaele “cosa ci fa battere il cuore.”
Siamo sicuri che “presenza” significhi davvero essere “sempre online?”
La presenza non è una questione di quantità, mi racconta Raffaele Gaito, “non ti devo bombardare ogni giorno con stories per tutta la giornata, dove ti racconto tutto… la presenza è qualcosa di diverso, esserci quando servi per quelle persone, creare valore per quelle persone, avere una certa rilevanza nella tua nicchia nei tuoi argomenti e quando pensano a quel tema nella loro testa compari tu.”
Fin qui possiamo quindi affermare che Presenza sia in qualche modo collegata alla parola valore, al valore di come spendiamo il nostro tempo online, al valore che condividiamo con i nostri contenuti con le persone che ci seguono, ci leggono, ci ascoltano.
Esiste però un’altra forma di presenza e per cogliere questo aspetto partiamo da una definizione: in generale con questo termine si indica l’esistenza in un determinato luogo, l’esserci fisicamente ad esempio, ad esempio ero presente a quel concerto o evento.
“In filosofia la presenza dell’io a sé stesso è la consapevolezza di sé, detta più propriamente autocoscienza.”
Queste parole non sono mie, ma di Maura Amelia Bonanno, che provando a spiegare questo argomento afferma “Per poter eventualmente riconoscere cosa significa essere presenti è prima necessario tirate fuori il coraggio di abbracciare e accogliere tutta la gamma dell’esperienza umana, non solo quella che rientra negli standard personali e che corrisponde all’immagine di ciò che crediamo vada bene per noi provare.”
Come dice Maura Amelia Bonanno, autrice di “Crescere con l’Enneagramma”, “è necessario entrare nella presenza fisica e sviluppare la capacità di stare con ciò che si sperimenta”, anche perché “Ci sono continue possibilità di risveglio e presenza, nella nostra vita” e dobbiamo solo coglierle.
La presenza è quel qualcosa che quando saliamo sul palco e parliamo davanti alla persone ci fa sentire lì a contatto col terreno, radicati nelle intenzioni e determinati negli obiettivi.
La presenza è essenziale, calibrata ed efficace: è così che io provo a definire la qualità della presenza di cui ci parla Maura Amelia Bonanno.
Perché ve ne parlo?
Perché essere presenti online, forse più che essere un tema di quante ore, quanti contenuti, quante interazioni è un tema di presenza di sé, che anche online possiamo manifestare al nostro meglio per far splendere e risplendere il nostro valore e il valore dei nostri contenuti.
Non ci resta che provare e riprovare anche perché come ci ricorda Maura Amelina Bonanno:
“Anche il semaforo rosso può diventare un amico che ci ricorda di fermarci e ritornare a noi stessi.”
Ascolta “#55. La presenza qualità sottovalutata” su Spreaker.
Photo by Colton Sturgeon on Unsplash