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Il podcast: dai voce ai tuoi contenuti

Hai mai pensato di dare voce ai tuoi contenuti?

Hai mai pensato di lasciare che sia la tua voce a raccontare le parole al tuo pubblico?

Insomma hai mai pensato di aprire un tuo podcast?

Aprire un podcast: ho già parlato di questo tema negli articoli “6 fattori per aprire un podcast”  e “50 brevi riflessioni sui podcast”.

Oggi torno su questo tema per darvi una panoramica su strumenti e piattaforme per creare il vostro podcast.

 

Ma che cos’è esattamente un podcast?

Prima di tuffarci nel vivo della puntata lascio che siano 3 esperti a darci una loro breve definizione.

Se lo chiediamo a Damiano Crognali autore di “Podcast: Il nuovo Rinascimento dell’audio”, ci darà questa definizione: “è un contenuto audio originale che viene distribuito on demand, quindi non in diretta, ma che puoi ascoltare quando ti pare e dove vuoi.

Questa è la definizione standard, poi sia noi che li creiamo che tu che li ascolti sappiamo che tra i podcast troviamo anche il “solo audio” di un video YouTube, delle dirette a più voci, dei dialoghi tra due persone, ma anche le registrazioni di eventi live che riusciamo così ad ascoltare e a seguire anche a distanza.

Giulio Gaudiano nel suo “Fare Podcasting” ci dà questa semplice definizione: “il podcast sta alla radio come Netflix sta alla televisione.

Nel podcast noi riacquistiamo il potere sul nostro telecomando virtuale che ci permette di ascoltare diverse puntate della stessa trasmissione una dopo l’altra, di saltare tra un tema e l’altro a nostro totale piacimento, di interrompere un contenuto per saltare a un altro e così via, siamo noi i padroni di quello che vogliamo ascoltare.

Gaia Passamonti autrice di “Podcast marketing”, ci mette in guardia da un rischio nel quale potremmo tutti incappare quando diamo voce ai nostri contenuti. Infatti Gaia precisa che “non possiamo però definire davvero podcast conversazioni o monologhi “a microfono aperto” che non abbiano dietro un progetto narrativo o di comunicazione, e per cui il contenuto non sia stato scritto e preparato prima.”

I contenuti audio rispondono alle stesse regole dei contenuti testuali: ti serve un progetto, un piano editoriale e un calendario editoriale.

Come per i libri, i social e i post dei blog ognuno di noi deve avere un suo pubblico ideale di riferimento con il quale dialogare, puntata dopo puntata.

C’è un’intimità nella condivisione dei contenuti audio che difficilmente si arriva a ottenere attraverso qualsiasi altro mezzo.

Troviamo qualcosa di analogo con la radio, ma di nuovo il podcast con i suoi lunghi monologhi avvicina in modo ancora più radicale gli ascoltatori ai creatori di contenuti.

 

Quali sono gli elementi chiave per dare vita a un podcast?

Per dare vita al nostro progetto abbiamo bisogno di questi elementi chiave:

  • una piattaforma dove archiviare i file audio delle singole puntate
  • un sistema per far arrivare il nostro podcast sulle principali piattaforme di ascolto
  • uno strumento per monitorare gli ascolti dei nostri contenuti

Per mettere a disposizione di tutti i nostri contenuti potremmo anche pensare di partire da una soluzione totalmente fatta in casa salvando i nostri file su Google Drive o One Drive di Microsoft, ma questo approccio così manuale richiede tempo e avrebbe un alto tasso di errori.

Due soluzioni più semplici sono affidarsi alla piattaforma Spreaker oppure all’applicazione Anchor, acquisita ormai diversi mesi fa da Spotify.

Spreaker è la piattaforma più diffusa in Italia e quella che al momento risulta meglio integrata con l’intero ecosistema delle diverse applicazioni e siti web che permettono di riprodurre i nostri contenuti.

Dall’altra parte abbiamo il binomio Anchor e Spotify: grazie all’utilizzo combinato di questi due servizi insieme possiamo parlare a più della metà delle persone che ascoltano contenuti online.

Tra i due contendenti vi segnalo anche questo nuovo tool, Disctopia, che ho scoperto in questi giorni e che ho iniziato a testare: non ne so ancora quasi nulla, ve ne parlerò più avanti, ma può essere una valida alternativa per chi vuole provare qualcosa di alternativo.

Una volta che avete creato il vostro podcast, e per farlo vi serve un nome, un’immagine e una descrizione, dovete assolutamente fare 2 azioni:

  1. propagare il vostro contenuto sulle principali piattaforme tra cui Apple, Spotify, Google
  2. rivendicare la proprietà del vostro format per accedere a interessanti dati statistici

Per la prima azione di solito basta selezionare le diverse piattaforme ed eventualmente aggiungere qualche informazione specifica sul tema e la categoria del contenuto.

Per la seconda voce, rivendicare la proprietà del vostro podcast, è necessario passare da questi servizi:
Per Apple c’è Podcast Connect che vi permette di accedere sia a informazioni statistiche sui vostri ascoltatori e quanti minuti di ogni puntata hanno ascoltato, sia di creare dei contenuti a pagamento con accesso tramite abbonamento.

Per Google, invece, il tool da usare si chiama Podcast Manager e oltre a darvi informazioni statistiche sugli ascolti del vostro contenuto audio, vi mostra anche le parole chiave con cui gli utenti l’hanno scoperto.
Nel mio caso ad esempio, mi informa che le prime 3 parole chiave con cui le persone mi cercano sul motore di ricerca Google sono:

  • podcast sui libri
  • podcast libri
  • podcast su libri

Be’ direi che ci siamo e che il lavoro di indicizzazione che sto facendo sta iniziando a dare i suoi frutti.

Per Spotify bisogna invece aderire al programma Podcaster: facendo domanda a questo link potrete accedere a una serie di informazioni preziose sugli ascolti del vostro podcast oltre che impostare (cosa fondamentale) il trailer per spingere ancora più persone ad ascoltarvi.

Se invece vi state chiedendo come essere presenti con il vostro podcast sulla piattaforma Amazon, il modo più semplice è passare dal sito web TuneIn.

 

Esistono dei servizi “simili” a Google Analytics per capire meglio le informazioni sugli ascolti?

Oltre alle informazioni disaggregate che potete vedere sulle singole piattaforme Apple, Google, Spotify, ci sono dei servizi che tracciano ad esempio il numero di download di ogni singola puntata.

Podtrac.com fornisce statistiche precise e accurate sul pubblico che ascolta i vostri contenuti e ha una metrica proprietaria chiamata “Audience unica mensile” che aiuta ad avere un quadro d’insieme dell’andamento del vostro format. Completano l’analisi delle statistiche demografiche, utili per comprendere meglio i vostri ascoltatori.

Chartable.com ti aiuta a capire e analizzare il pubblico che ti ascolta puntata dopo puntata, per capire meglio da dove arriva il traffico e gli utenti.
È possibile tenere traccia delle recensioni e della posizione nelle diverse classifiche ed è possibile analizzare questi dati su base giornaliera, settimanale, mensile e per periodi più lunghi.

Se vuoi approfondire da diversi punti di vista il tema di questo articolo, ti invito a leggere uno o anche tutti e 3 i libri che ho citato all’inizio dell’articolo.

Te li riepilogo qui per semplicità:

  • Damiano Crognali ha pubblicato “Podcast: Il nuovo Rinascimento dell’audio”, edito da Roi edizioni.
  • Giulio Gaudiano è l’autore di “Fare Podcasting: Guadagna visibilità e autorevolezza creando il tuo podcast da zero”, pubblicato da YoumediaWeb.
  • Gaia Passamonti ha scritto “Podcast marketing: Dare voce al brand per una content strategy di successo”, pubblicato da Hoepli Editore.

Ora non ti resta che partire, gli strumenti sono tutti alla tua portata: prendi il tuo smartphone, premi REC sull’applicazione che hai scelto per registrare (Spreaker, Anchor o quella che preferisci) ed entra anche tu da protagonista nel mondo dei podcast.

 

 

Ascolta “#70. Il Podcast dai voce ai tuoi contenuti” su Spreaker.

Photo by ConvertKit on Unsplash

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