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La paura di sbagliare

Una mia ascoltatrice del podcast mi scrive:

Davide, ho iniziato a lavorare sui miei profili social ma ci sono due aspetti che mi bloccano: da una parte il mantenermi costante, non è tra le mie qualità innate.

Dall’altro, la famosa paura di sbagliare, sembrerà un cliché, ma sono cresciuta con tante aspettative sulle spalle, quindi sento ancora oggi il fallimento come qualcosa di catastrofico, anche se a livello inconscio.

In questo articolo proverò a rispondere a queste domande.

Partiamo dalla costanza, è un termine che ha diverse sfaccettature.

Per esempio la costanza è la tendenza a conservare invariate determinate caratteristiche fondamentali; stabilità, continuità.

La costanza, in senso morale indica perseveranza, fermezza.

Avere una propria presenza costante e di qualità sui social è un po’ un’unione tra queste due definizioni: significa portare avanti con perseveranza e per un tempo indeterminato il proprio piano editoriale di contenuti.

Per arrivare a questo primo risultato è importante sviluppare un proprio progetto di presenza online che sia per noi sostenibile, altrimenti non riusciremo a rispettarlo.

Parti leggero, parti in prima e accelera poco per volta, proprio per questo motivo dico sempre che la costanza è qualcosa che si conquista un giorno alla volta.

Immaginare di partire subito con un progetto super strutturato, quando magari siamo ancora poco confidenti con i singoli social e con gli strumenti per governarli, già ci porta verso l’anticamera del fallimento.

La costanza si può allenare e nel mio articolo “Allenare autenticità e costanza” ti parlo proprio di questi aspetti.

Prendendo in prestito le parole di Riccardo Scandellari tratte dal suo libro “Dimmi chi sei”, dobbiamo sempre aver presente in mente che “se non si è già famosi per altri motivi, l’unico modo per essere rilevanti online è ottenere un pubblico circoscritto, costituito da un nucleo di persone interessate a uno specifico argomento, attraverso una comunicazione costante di contenuti verticali e che incontrino l’interesse di chi legge”, perché solo “attraverso l’abitudine e la ripetizione, si ottiene un costante miglioramento in qualsiasi attività umana.

Ira Glass, un grandissimo conduttore radiofonico americano, ha detto che la chiave è nel miglioramento dei propri contenuti, non nella loro diffusione. La diffusione, ovvero il marketing, deve essere l’atto finale di un contenuto che reputi straordinario. Cerca di migliorare costantemente.

La costanza nel creare un proprio piano editoriale sostenibile per le nostre forze, la costanza nel rispettarlo e pubblicarlo, la costanza nel continuare a creare valore per il pubblico che ci segue, sono invece i pilastri che possono portare il nostro profilo ad affermarsi nella nostra nicchia di riferimento.

La costanza batte la pigrizia, o almeno è una delle nostre armi migliori per vincere l’indolenza e la spinta quasi naturale a voler posticipare.

Come ci ricorda Sebastiano Zanolli nel suo libro “Alternative: Aspira al meglio, preparati al peggio e tieni sempre pronto un piano B”, preparati ad “accettare che affronterai una lotta costante tra la tua volontà di perseguire i piani e il desiderio di mollare e percorrere il sentiero della minor resistenza alla pressione sociale.”

Cosa ci blocca dall’essere costanti quindi?

La paura di sbagliare.

La paura di sbagliare ha tante facce: può assumere la forma del posticipare, lo faccio dopo, lo scrivo domani, c’è ancora tempo, la docile indolenza che ci fa assopire è un caldo abbraccio in cui trovare rifugio.

La paura di sbagliare è paralizzante: ci blocchiamo davanti al foglio bianco, bloccati dall’idea di non saper cosa scrivere o peggio ancora una volta scritto temiamo il giudizio di chi ci leggerà.

La paura di sbagliare si veste anche di noia: monotonia e impazienza diventano palle al piede che non ci fanno avanzare.

Il nostro giudice interiore è sempre in agguato, come un freno a mano tirato mentre noi cerchiamo di andare avanti e ci ricorda che secondo lui questo contenuto non va bene, che lo leggerà nessuno, che le grafiche non funzionano e così via.

Non funziona così: se non iniziamo, non partiamo, se non partiamo, non possiamo sbagliare e il nostro obiettivo è proprio quello di sbagliare.

Sì avete capito bene, ho proprio detto sbagliare: perché solo imparando dai nostri errori possiamo migliorare.

Solo grazie ai feedback di chi ci legge o ci ascolta, possiamo migliorare, possiamo mettere da parte la paura di sbagliare, perché le diamo una chiave di lettura completamente diversa.

Gli errori sono terreno fertile per i nostri successi, sono parte del compost, come direbbe Neil Gaiman, che nutre le nostre storie di domani.

Essere costanti è impegnativo e faticoso, richiede Perseveranza; in questo cammino in salita è la perseveranza che può fare la differenza: perseverare nel fare, nel seminare e nel raccogliere. 

Come ci ricorda Salvatore Natoli nel suo libro “Perseveranza”, “perseverare vuol dire non lasciare a mezzo l’opera fino a quando non giunge a realizzazione ciò in cui si crede”.

Ci crediamo veramente nella costruzione della nostra presenza online? È una sfida che sentiamo nostra? È un nostro obiettivo vero, profondo e sincero? Allora andiamo avanti.

Salvatore Natoli spiega che la perseveranza è agire nel presente per preparare l’avvenire, la perseveranza conquista il tempo, lo mette a frutto, lo rende fecondo.

Se vogliamo che accada qualcosa, dobbiamo iniziare e non importa se il nostro primo post sarà “orribile”, se ci vorranno altri 10 post per calibrare meglio il contenuto, o se i primi sei mesi di vita dei nostri profili non daranno grandi risultati, non c’è nulla che arrivi gratis per nessuno.

Io stesso ho provato queste sensazioni scrivendo questa puntata, la numero 57, in cui vi ho invitato a riascoltare la numero 5: mi sono sorpreso a pensare “ma è una delle prime”, e per un attimo mi sono vergognato anch’io, ho pensato anch’io “chissà cosa penseranno”. Poi ho sorriso e mi sono detto: se non ci fosse stata la puntata zero con ancora più difetti, se non ci fossero state le prime dieci o venti puntate, oggi non sarei alla 57, forse sarei ancora lì a chiedermi se dovessi o meno aprire un podcast.

Quindi pensa e pensa in grande, pensa al tuo progetto, alla tua sfida al tuo obiettivo e parti, mettiti in gioco, poi semplicemente migliora ogni giorno e quando ti volterai indietro per vedere quanta strada hai fatto scoprirai quanto sei arrivato lontano e che non c’è tempo per la noia. 

Tornando da Sebastiano Zanolli, dobbiamo ricordarci “la consapevolezza di non avere il controllo completo sulla propria vita, ma la convinzione che lo sforzo, l’atteggiamento e la capacità di essere proattivi rispetto alle circostanze dipendano da noi. Lo strumento pratico per stimolare questa capacità dinamica è costringersi a essere curiosi. Ho scritto “costringersi” perché in tanti siamo convinti di avere molte verità in tasca e questo blocca la nostra curiosità.

Costanza e curiosità sono i giusti atteggiamenti per superare la paura di sbagliare: la costanza nel fare, la curiosità nel farsi le domande e gli errori per farci crescere e migliorare.

Quindi sbaglia, sbaglia spesso, ma sbaglia in modo diverso!

 

 

Ascolta “#57. La paura di sbagliare” su Spreaker.

Photo by Etienne Girardet on Unsplash

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