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Chi vuol essere milionario? Ti parlo di influencer

Se state pensando al quiz cult di Mediaset condotto da Gerry Scotti siete fuori strada.

Se state pensando ad uno di quei contenuti che vi promette guadagni facili comprando azioni di Amazon o Netflix, beh… acqua, decisamente acqua.

Se vi aspettate qualche notizia stile insider trading su una ditta farmaceutica che sta sviluppando un nuovo vaccino sui cui investire, di nuovo acqua.

Oggi vi voglio parlare di influencer.

Come è collegato il tema degli influencer con il voler essere milionari?

Sapete chi sono i nuovi milionari? Sono le persone in grado con le loro azioni e i loro contenuti di arrivare a influenzare milioni di persone.

Ho sentito questa frase per la prima volta durante l’ultima live degli amici di Performance Strategies e questo punto di vista particolare mi ha aperto un mondo.

Chi sono gli influencer?

Gli influencer sono persone comuni, donne e uomini normali, come noi, ognuno con le proprie vite e soprattutto con le proprie storie, storie che online vengono raccontate ad arte.

Essere influencer consiste nel portare online e raccontare la propria normalità rendendola interessante: le passioni e gli interessi diventano il fulcro della narrazione e creano un ponte e un legame emozionale con le persone a cui si rivolgono.

Il segreto è proprio questo la loro narrazione porta online la loro vita comune e crea una vicinanza, un legame empatico con il pubblico grazie alla leva delle emozioni.

Se proviamo a definirli attraverso la lente del marketing, gli influencer sono persone che raccontano una serie di prodotti e servizi che utilizzano nel loro quotidiano tessendone le lodi e i vantaggi senza che questa narrazione sia percepita come una pubblicità in senso classico.

Gli influencer raccontano la loro esperienza e attraverso questo loro racconto influenzano la rete di persone che li segue, i follower appunto.

Gli influencer parlano alla loro rete di follower attraverso un mix di contenuti tra foto, video, post e articoli sui blog.

La teoria alla base del successo degli influencer è che la maggior parte delle persone sono influenzate dagli opinion leader, dai trend setter, da qualcuno che è “avanti” e che ci suggerisce di provare servizi o prodotti sulla base della sua esperienza che riconosciamo come autorevole.

Come racconto nel mio ultimo libro “Promuovere e raccontare i libri online”, gli influencer ottengono lo stato di esperti per acclamazione popolare e questo loro “titolo” è la premessa attraverso la quale si muovono e agiscono online.

Questo significa che queste persone, gli influencer, sono spesso in un equilibrio precario, perché quando consigliano un prodotto o un servizio ci mettono la faccia, si mettono in gioco.
È tutto un tema di credibilità.

Ma come si conquista la credibilità?

La credibilità la si ottiene con la costanza: goccia a goccia, giorno dopo giorno, l’acqua è in grado di arrivare a scavare la roccia; allo stesso modo gli influencer conquistano un follower alla volta fino ad arrivare ad mare di persone che le segue.

Come si diventa grandi influencer? Come si diventa influencer in grado di influenzare milioni di persone?

La risposta è facile, un passo alla volta.

Da una parte serve costanza, serve impegno, dedizione alla causa che si è scelto di seguire, perseguire e a volte anticipare.

Tutto inizia da piccoli gesti, piccole attenzioni, qualcosa che notano in pochi, ma che allo stesso tempo lascia il segno, lascia una traccia, indica qualcosa di particolare, di unico.

E tutto parte da chi lo nota, non da chi compie il gesto.

Influencer non si diventa perché lo scegliamo noi: influencer si diventa perché siamo in qualche modo investiti di questa carica dai nostri follower, le persone che notano questa nostra unicità e che in virtù di questa particolarità scelgono di seguirci per continuare a ricevere qualcosa da noi.

Noi come influencer possiamo solo fare del nostro meglio per dare valore con ogni nostro contenuto, possiamo solo metterci in gioco ogni giorno e scegliere di migliorare qualcosa, di cambiare qualcosa.

Noi siamo l’esperimento in continua evoluzione di noi stessi e il risultato che raggiungiamo o meno è dato proprio dalle reazioni delle persone che ci seguono.

I follower hanno il potere di trasformare ognuno di noi da persona comune a influencer.

Influenzare un milione di persone con i nostri contenuti inizia da una piccola azione al giorno, perché per arrivare a influenzare così tante persone, prima bisogna influenzarne centomila, e prima ancora diecimila e prima ancora mille e prima ancora cento e prima ancora dieci.

A volte non lo sappiamo, ma intorno a noi ci sono già influencer con un grande potenziale che aspetta solo di manifestarsi.

Mi ha catturato una frase di Grete Merlyn di pochi giorni fa: “per queste comunicazioni meglio usare la chat che le mail, consumano molto meno e impattano meno sull’ambiente”, non ci avevo pensato e mi ha fatto riflettere.

Mi ha colpito la domanda di Giulia D’Alberto che si chiede, dopo aver trovato un errore ripetuto in diverse newsletter del colosso del delivery Uber Eats e si chiede se avrebbe dovuto scrivergli per segnalare l’errore. Farsi la domanda è il primo passo, passare all’azione e contattarli il secondo.

Così come mi ha stupito l’anno scorso un contenuto di una mia allieva di Masterbook Iulm, Serena Votano, il cui post è stato messo in evidenza da Linkedin Notizie per il suo contenuto interessante.

A volte è un piccolo gesto così che fa la differenza, che ci fa notare, che ci permette di lasciare un segno, una traccia, una briciola di pane che qualcuno decide di seguire.

Ogni giorno abbiamo la possibilità con le nostre azioni di influenzare gli altri ed è il miglior modo di essere influencer.

Perché la verità è che ognuno di noi è già un piccolo influencer nella sua cerchia di amici dove c’è sempre l’esperto di computer o televisori, il lettore forte che ti consiglia cosa leggere, l’esperto di cinema o musica che ti aggiorna su cosa guardare o ascoltare.

Qualcuno di noi riesce a fare il salto: quel consiglio ha gambe più lunghe del previsto, quel messaggio stanca meno e corre più veloce, si propaga, si diffonde e arriva lontano.

Tutto questo è possibile non perché sappiamo scrivere bene un post, o perché abbiamo scelto l’immagine giusta o il video adatto a catturare l’attenzione di centinaia di persone.

Questi aspetti tecnici aiutano certo ma sono il contenitore, non il contenuto.
Il contenuto siamo noi, quello che diciamo, quello che scriviamo, quello che facciamo.

Se noi per primi ogni giorno scegliamo di provare ad essere migliori e se ogni giorno proviamo a mettere in pratica queste azioni, prima o poi qualcuno le noterà e il mondo congiurerà per renderci influencer.

Se vuoi influenzare un milione di persone domani, inizia già oggi a provare a diventare influencer per qualcuno.

 

Ascolta “#45. Chi vuole essere milionario” su Spreaker.

Photo by Diggity Marketing on Unsplash

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