Perché diventare uno scrittore?
Perché hai scelto di diventare uno scrittore?
Perché la tua motivazione è così importante?
E come si lega al tuo personal branding?
Perché è importante il personal branding per scrittori e creatori di contenuti?
Nel precedente articolo, collegato alla puntata numero 61 del mio podcast, abbiamo iniziato il nostro viaggio nel personal branding e a fine puntata, passo dopo passo, siamo arrivati a definire una prima traccia di posizionamento unico per ognuno di voi scrittori.
Siete soddisfatti della frase che vi rappresenta?
Per esperienza, so che qualcuno già in pochi passaggi arriva a trovare quella frase che quando la formuliamo fa scattare una specie di click, come se fosse il pezzo mancante di un grande puzzle della nostra comunicazione.
Per i più è invece una strada un po’ in salita, a volte scoscesa e con tratti impervi: segno che dobbiamo lavorare di lima o scalpello e far emergere ancora di più la nostra essenza.
In questi casi può essere utile dare uno sguardo ad altri autori “competitor”, che trattano i nostri stessi temi.
È vero, il termine competitor ha una valenza negativa, potete usare anche l’espressione “altri autori affini ai nostri temi” se la preferite o scegliere un mix di entrambi; in questa puntata parleremo di entrambi i gruppi con l’espressione generica competitor.
Sia che ci occupiamo di saggi o manuali, sia che scriviamo romanzi, racconti o poesie ci sono altre persone che come noi si occupano degli stessi argomenti.
Agatha Christie non è l’unica ad aver ambientato dei gialli sul Nilo; Riccardo Scandellari o Rudy Bandiera non sono gli unici a parlare di marketing online; così come Davide Rondoni non è l’unico scrittore contemporaneo di poesie pubblicato da Mondadori.
Il mio consiglio in questa fase è proprio quello di osservare attentamente i competitor perché l’analisi della loro presenza online può darci tante informazioni utili.
Ad esempio: su quali social sono maggiormente presenti? Su quali il loro pubblico di fan e follower interagisce di più?
A volte basta questa domanda per aiutarci a scegliere i canali giusti dove far sentire la nostra presenza e parlare con un pubblico potenzialmente interessato ai nostri contenuti.
Di questo aspetto parlerò di nuovo nei prossimi articoli.
Torniamo ai competitor: come si descrivono? Qual è la frase forte che usano sui vari social per raccontare chi sono?
Io ne ho due: una più romantica che uso solo in alcuni contesti ed è “Mente digitale, cuore da cantastorie”, che nella sua versione breve accorcio in “Cantastorie digitale”; e una più professionale “Aiuto case editrici e autori a vendere i loro libri” e devo dirvi che nonostante indossi quest’ultima frase da quasi un anno, sento che non è ancora quella giusta al 100%.
Ve lo dico per farvi capire che non è facile descriversi, ma come in tutte le cose, è importante partire e poi migliorare, cambiare, trasformare, ottimizzare di volta in volta.
Anzi, parlo soprattutto a chi mi conosce, vi vengono in mente varianti di questa frase? Sarò ben lieto di ascoltarle.
Cosa dicevamo dei competitor? Vi siete mai chiesti cosa raccontano di sé gli altri autori? Come si presentano sui social e sui propri siti web?
Per esempio Fabiano Massimi si definisce su Twitter come “Scrittore, traduttore, bibliotecario”.
Sara Rattaro parla del suo Premio Bancarella 2015 e si propone così:
“Ti aiuto a scrivere il tuo romanzo strutturando la trama migliore”, scegliendo di dare più spazio al suo ruolo di docente che a quello di autrice.
La scrittrice Barbara Perna, che pubblica per Giunti il suo primo romanzo, si presenta così in un mix tra chi è lei e chi è la protagonista del suo libro:
Annabella Abbondante ☕
✒️ Autrice per @giuntieditore
???? Romanzo giallo dal 15/09 in libreria
????⚖️ Giudice civile
???? Abbondante di corpo e di anima
???? Incorreggibile ficcanaso
Raffaele Gaito, un growth hacker ed esperto di marketing, ha questo posizionamento:
???? Curioso e sperimentatore
???? Condivido dritte su Marketing e Business
???? In segreto mi alleno per diventare Batman
Sì, ha proprio scritto Batman.
Quali parole di questi autori vi risuonano? Prendetele e fatele vostre.
Un altro modo efficace per provare a definire il vostro posizionamento è anche per sottrazione: cosa c’è nei profili che state cercando che non vi appartiene?
Scartatelo e lasciate solo le parole che sentite più vostre.
A monte di tutto questo, prendendo spunto dalle parole di Simon Sinek, una domanda con la quale dobbiamo venire a patti e trovare una risposta -e una risposta vera- è questa:
Perché hai scritto o stai scrivendo o vuoi iniziare a scrivere il tuo libro? Perché vuoi diventare uno scrittore?
Il perché è tutto, il perché è il vostro scopo.
Simon Sinek nel suo libro “Partire dal perché” chiede proprio a ognuno di noi “perché vi alzate dal letto ogni mattina? E perché dovrebbe importare a qualcuno?”
E poi afferma: “Sono poche le persone capaci di esprimere con chiarezza perché fanno quello che fanno.”
Io ho iniziato a scrivere il mio primo libro “Vivere meglio con lo Yoga della risata” perché volevo condividere questa meravigliosa esperienza con tutto il mondo, volevo dare a tutti la possibilità di venire a contatto con questa disciplina.
Come ho raccontato in una precedente puntata del podcast, tutto il mio percorso successivo, come scrittore, nel mondo dell’editoria è iniziato con quel libro.
Io voglio condividere le mie esperienze per cercare di rendere il mondo digitale un posto migliore e migliori le persone che lo frequentano.
Sempre Sinek ci ricorda che “Non importa dove andiamo, ci fidiamo di coloro con i quali siamo in grado di percepire una comunanza di valori o di credenze.”
E questa comunanza di valori, di pensieri, di riflessioni, di svago e tempo libero è la stessa che ci spinge a scegliere questo o quello scrittore, perché in qualche modo lo sentiamo più o meno vicino a noi, ai nostri interessi, al nostro modo di vedere il mondo.
Siamo esseri sociali e come tali ci spiega Sinek “vogliamo stare con persone e organizzazioni che sono come noi e che condividono le nostre convinzioni.”
È così che si creano le community di lettori intorno a uno scrittore, a una saga, a un genere o più in generale a un autore di contenuti.
Tutto parte dal perché e il perché parla al cuore delle persone, racconta il messaggio della nostra autenticità.
Ecco perché dovresti partire da qui, dal tuo perché.
Avere un perché significa credere in qualcosa, ci ricorda Sinek, “Si è autentici quando lo si sa quando tutto quello che si dice e quello che si fa è veramente ciò in cui si crede.”
Ora compiti per tutti: qual è il tuo perché? Qual è il sogno che vuoi realizzare? Prova a lavorare su questo punto e confrontiamoci nei commenti per renderlo forte.
Andremo avanti con il nostro percorso sul personal branding nel prossimo articolo.
Ascolta “#62. Perché vuoi diventare uno scrittore” su Spreaker.
Photo by Green Chameleon on Unsplash